Amedeo Modigliani, artista di pari spessore dei contemporanei Matisse e Picasso, è conosciuto per la particolarità dei suoi ritratti. Occhi vitrei, visi e colli allungati, tratti asimmetrici eppure eleganti, Amedeo dipingeva e scolpiva i suoi soggetti rendendoli quasi delle maschere, ma esaltando tutta la loro umanità.

Dietro i suoi quadri più famosi si cela però una storia d’amore tanto puro e incondizionato, quanto dirompente. Musa e compagna di Modigliani fu infatti Jeanne Hébuterne, pittrice altrettanto talentuosa che trovò la sua gioia e la sua rovina nella relazione con l’artista.
Amedeo nacque a Livorno, il 12 luglio 1884, da famiglia ebrea. La cattiva salute lo colpì fin dalla giovane età: a sedici anni si ammalò di tubercolosi. Non rinunciò però al suo sogno artistico che lo portò a frequentare l’atelier di Micheli, allievo di Fattori.
Mentre Amedeo realizzava le sue prime sculture, Jeanne nacque a Parigi, il 6 aprile 1898 da famiglia povera. Dopo aver frequentato La scuola Libera di Nudo, prima a Firenze, poi a Venezia, anche Amedeo si trasferì nella stessa città. Parigi era infatti il centro nevralgico della produzione artistica dell’epoca e ciò contribuì a formare entrambi gli sfortunati amanti. Fu in quella città che Amedeo conobbe Picasso, Derain e Rivera e che trovò un mercante d’arte, Zborowsky, che lo finanziasse. Insieme al successo arrivò però anche la dissolutezza così comune tra i pittori parigini che lo portò ad abusare di alcol e droghe.
Nel frattempo, Jeanne, appoggiata dal fratello pittore, coronò le sue aspirazioni artistiche iscrivendosi all’Accademie Colarossi. Fu proprio attraverso quel corso di studi, frequentato anche da Amedeo, che i due si conobbero. Era il 1917, Jeanne aveva diciannove anni, era una ragazza introversa e malinconica, dipingeva in modo estremamente espressivo ed era bella, conosciuta da molti come noix de coco, noce di cocco, per il contrasto tra il bianco candido della sua pelle e il castano dei lunghi capelli.

Amedeo invece ne aveva già trentatré, affascinante e sopra le righe, il suo talento lo rendeva sempre più affermato, ma non sapeva gestire le sue finanze e rimanere sobrio a lungo. Dal loro incontro nacque un amore travolgente e totalizzante, tanto che Jeanne scappò di casa per vivere con Amedeo a Montparnasse.
Jeanne rimase presto incinta, ma il loro sogno d’amore non era fatto solo d’arte e passione. I genitori di Jeanne si schierarono da subito contro la loro relazione e i due innamorati vissero quasi un anno nella totale miseria, mentre le condizioni di salute di Amedeo peggioravano.
Nel 1918, Zborowky convinse gli innamorati a trasferirsi in Costa Azzurra, sia per affari che per giovare alla salute di Amedeo, portando anche la madre di Jeanne. Là, nacque la loro prima figlia, chiamata Jeanne come la madre. Amedeo, però, non la riconobbe mai all’anagrafe, forse per via del perenne stato d’ebrezza. Il pittore si stancò presto della vita in Costa Azzurra, mal sopportando la suocera, e tornò a Parigi. Jeanne, di nuovo incinta e incapace di stare a lungo lontana dal suo amore, lo raggiunse con la neonata.

Trascorse un altro anno a Parigi, ma Amedeo e Jeanne erano ben lontani dal vivere una spensierata vita familiare. Lui viveva di arte e persino il suo amore per Jeanne sapeva esprimerlo solo attraverso i ritratti che le faceva. Lei metteva in secondo piano la sua passione per la pittura e anche sé stessa pur di esaltare il talento del suo tormentato compagno.
Pochi giorni prima della nascita del loro secondo figlio, la tubercolosi diede il colpo di grazia ad Amedeo che morì il 24 gennaio 1920 all’ospedale della Carità. I due amanti, però, non erano in grado di vivere l’uno in assenza dell’altra. Jeanne sacrificò sé stessa e il bambino nel suo grembo, pur di seguire il suo pittore nella morte. Si gettò dal quinto piano della casa paterna, solo due giorni dopo.
Amedeo fu sepolto il 27 gennaio al cimitero di Père Lachaise con funerali in pompa magna. Jeanne invece fu sepolta il 28 gennaio a Bagneux, quasi in segreto, dato che la famiglia non voleva i due amanti vicini nemmeno nella morte. Fu il fratello di Amedeo, Giuseppe Emanuele, che anni dopo riuscì finalmente a convincere i genitori di Jeanne a seppellirla vicino al compagno.
Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne furono due grandi artisti e due amanti sfortunati. Forse, fu il loro amore a condurli più presto alla rovina o, forse, esso salvò due anime tormentate, dando loro una straordinaria, anche se fugace, felicità.
~ Erica
