Sapete cosa vuol dire serendipità? Secondo Wikipedia: Il termine serendipità indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra.
È quello che successe ad Alice, la primavera di tanti anni fa. Alice era una ragazza inusuale, sempre con la testa fra le nuvole e una smisurata passione per il rossetto rosso. Non c’era giorno in cui non lo sfoggiava sulle sue labbra delicate, in contrasto con il suo viso pallido, gli occhi azzurri come l’acqua limpida e i capelli color del grano. Se doveva andare al supermercato o ad una festa formale, state pur certi che avrebbe sfoggiato le sue labbra sgargianti.
E così fece anche quella domenica, mentre decideva che vestito mettersi per andare alla festa di compleanno di Greta, la sua migliore amica. Ma appena aprì il tubetto del rossetto, tragedia! Era finito. Ma come? Si domandò. È finito? Ma se era così tanto! Devo comprarne uno nuovo, subito.
In fretta e furia indossò un vestito svolazzante pieno di fiori, si mise ai piedi le sue fidate ballerine nere, prese la borsa e uscì di casa, sbattendo la porta e dimenticando di portare con sé il cellulare. Aveva mezz’ora di tempo per recuperare quel cosmetico sgargiante prima di precipitarsi alla festa. Camminò per le vie del paese, in cerca del suo negozio di fiducia, ma non riusciva a trovarlo. Eppure, quella strada la faceva quasi tutti i giorni, com’era possibile che non fosse lì?

Il suo animo cominciò ad agitarsi, si sentiva come spaesata, come se le case, le strade, gli alberi fossero cambiati, come se niente fosse più al suo posto. Era una giornata nuvolosa, una leggera brezza faceva ondulare l’orlo del suo abito. Si sedette su una panchina, le unghie premevano sulle guance. Forse a voi potrà sembrare un comportamento sciocco, ma per lei quel rossetto, quella tonalità di rosso sulle labbra, era molto importante.
Sua madre, morta poco meno di anno prima per un tumore, lo portava sempre. Anche nel letto dell’ospedale, prima di spirare fra le sue braccia, lo portava con grazia, era il suo simbolo, il suo tratto caratteristico. Prima di morire, gliene diede uno, come una specie di eredità.
Da quel giorno anche Alice lo volle portare, per sentire vicina quella madre che aveva tanto amato. Se n’era andata quando lei aveva solo 19 anni, e si sentiva protetta solo avendo le labbra tinte come le sue. Eppure, se ne era dimenticata, aveva scordato di comprarne uno nuovo… non voleva dimenticarla, non voleva sentirsi sola.
Ad un certo punto le nuvole si diradarono, e il sole tornò a inondare il cielo con la sua luce. Alice sentì il calore sulle sue gote arrossate, distese il viso all’indietro e si fece baciare da quei raggi rigeneranti. Si calmò, non sapeva da quanto tempo fosse lì seduta. Si ricordò della festa e di quanto, probabilmente, fosse tremendamente in ritardo. Frugò nella sua borsa, in cerca del suo cellulare. Si accorse che non lo aveva con sé, era la solita sbadata.
Ma, tra le mille altre cose che aveva dentro quella tracolla, vide una piccola busta bianca. Incuriosita l’aprì e dentro ci trovò una foto, sua madre da giovane che guardava un punto lontano. Si era dimenticata di averla… com’era bella. I suoi occhi si soffermarono sulle labbra, completamente nude. Nessun rossetto, nessun accenno di colore. Stranita, rimise quell’istantanea in mezzo alle altre cianfrusaglie. Ora aveva la mente lucida ed era pronta per andare alla festa.
Appena Alice varcò la porta della casa di Greta, tutti i suoi amici presenti si voltarono verso di lei, con la stessa espressione di chi vede un vichingo entrare, munito di elmo a due corna e ascia, in una sala da ballo. Non erano abituati a vederla così, senza il suo immancabile rossetto.
Alice attraversò una fila di palloncini colorati, quando fu intercettata da una sua conoscente, incredula. Continuava a chiederle perché non si fosse truccata, per poi spostare l’attenzione sul fatto che forse era meglio così, perché con quelle labbra sempre tinte dava l’impressione di una che volesse apparire per gli uomini.
Alice non rispose nemmeno, sapeva com’era fatta quella donna. Sempre pronta a giudicare e a denigrare chi non era madre e moglie esemplare come lei. Perché fosse a quella festa ancora resta un mistero, visto che, secondo il suo punto di vista, avrebbe dovuto stare a casa a badare al figlio come una perfetta mamma.
Si limitò ad ascoltare i suoi deliri in silenzio e quando arrivò a parlare dell’ennesima pappa del pargoletto e dei suoi pisolini, decise di liquidarla con una scusa e andarsene. Ad Alice quelle parole scivolarono addosso, quella donna era solo capace di giudicare. Si diresse verso Greta, con un sorriso smagliante.
«Alice, cosa è successo? Non ti ho mai visto senza rossetto, siamo rimasti tutti sorpresi…»
«Ho trovato una foto di mia madre… sai che lo mettevo per la sua memoria… e beh in quella foto lei non lo aveva. Non so perché ma, da quando non c’è più, ho sempre pensato che mettere sempre il rossetto rosso me l’avrebbe fatta sentire più vicina. Quando, poco fa, mi sono accorta di averlo finito, mi sono sentita spaesata. Come se quel legame che avevo con mia madre si fosse spezzato.
Ma oggi, guardando quella foto, ho capito che non è così, lei non se ne andrà mai. Riponevo tutto il mio bisogno di protezione in quel rossetto che lei mi aveva regalato, su quel letto di ospedale. Continuerò a mettere il rossetto, di tanto in tanto… Ma anche se ora è finito, mia madre sarà sempre nel mio cuore».
-Talija
Che meraviglia! 😍💜💜💜
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Grazie mille, davvero 💜
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Commossa
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Grazie 💜
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Ha messo il rossetto rosso al cuore ❤️
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