Premessa: Per i racconti di questo mese saranno i dipinti a ispirarmi. Per questa settimana è stato scelto il bellissimo Notte stellata di Vincent van Gogh. Non so cosa ne è uscito fuori di preciso, mi sono abbandonata alle parole e credo sia uscito un flusso di pensieri, come quelli che si fanno nelle lunghe notti passate in bianco. Spero sia uscita una cosa carina, ma ora bando alle ciance ed ecco a voi il racconto.

Ci sono notti in cui il cervello non riesce a dormire. Pensieri affollano la testa facendo un gran baccano, sconnessi e rumorosi come una radio malfunzionante. Oggi è una di quelle notti e io me ne sto qui, sul letto, incapace di tenere a bada tutte queste parole. Intorno a me non si sente un suono, nemmeno quello delle macchine in lontananza. Un grillo forse, ma sembra riuscire a dormire pure lui. Le lenzuola sono pesanti, non riesco più a restare qui sdraiato senza far niente. Infilo una maglietta da lavare e decido di uscire sul balcone. Il paese russa, beato e tranquillo come un bambino, non saranno di certo i miei pensieri a svegliarlo.
Comincia a fare freddo, l’afa lentamente sta lasciando spazio al venticello autunnale. Come vorrei essere trasportato via dal vento, come le foglie degli alberi. Le stelle sono così luminose da togliermi il fiato. Essere in paesino sperduto ha i suoi vantaggi, tra cui quello di essere invasi dalla dolce luce delle stelle. Le guardo, le scruto alla ricerca di qualcosa… risposte forse. In questo periodo mi sento perso, non so cosa fare della mia vita. Ho un lavoro, ma non mi appaga, mi dà solo il minimo indispensabile per pagare le spese e il resto mi basta appena per concedermi un film al cinema. Che devo fare? L’estate volge al termine e non sono riuscito a vedere il mare nemmeno una volta. Troppa fatica, troppi soldi, mancanza di persone di cui potermi fidare appieno. Fisso il cielo cercando un segno, qualcosa che mi dica cosa fare. Dicono tutti che nulla piove dal cielo, ma quanto sarebbe bello? Una sera sei qui, sul balcone, perso e senza una meta e a tratto bam! Una stella si stacca dal cielo e ti porta un messaggio, un’opportunità così imperdibile da cambiarti la vita. A chi non piacerebbe? È stancante fare tutto da soli, impegnarsi per ottenere sempre il minimo.
Fisso il cielo e lascio che ogni stella mi entri nel cuore, almeno questa notte mi sta dando un po’ di conforto. Cullato dal silenzio del paesino, lascio andare i miei pensieri e li affido alla notte. Vedo le stelle vorticare, mescolarsi e fondersi come le parole nella mia testa. Sembrano un mare, tempestoso e scuro. Quanto vorrei saper volare ora, salire su una nave volante e sparire nel buio. Niente messaggi, niente giustificazioni, partire all’avventura come gli eroi dei libri che leggevo da bambino. Mi vedo lì adesso, a solcare quelle onde stellari, posso vederle muoversi sopra le case del paese. Mi appoggio al balcone e lascio andare le emozioni, lacrime mi rigano le guance, lacrime che nessuno ha mai notato. Affido anche loro alle stelle, chissà se andranno a riempire il mare. Gli occhi velati ormai vedono solo un paesaggio confuso, dove i colori si mescolano fra loro, come se fossi entrato in un mondo parallelo indefinito. Senza contorni, senza guide, come la mia vita. E le stelle continuano a vorticare, quasi mi fanno venire il mal di testa.
Notte, si dice che tu porti consiglio ma, in realtà, non fai altro che ascoltare. Muta, silenziosa come un paese dormiente, non parli e non chiarisci le idee. Le rendi forse ancora più confuse, ancora più indefinite. Ascolti noi poveri nottambuli, incapaci di prendere sonno, e ci culli come farebbe una mamma. Ci ascolti piangere, accogli con benevolenza le nostre lacrime e le custodisci silenziosamente. Notte, oggi ti sento mia e vorrei immergermi in quel tuo mare di stelle, ma non posso farlo. Non posso toccarti, non posso abbracciarti, posso solo parlarti. Eppure, in tua sola compagnia, mi sento protetto, al sicuro. Il mondo è fermo, nessuno si muove. Non devo correre, non devo affannarmi per raggiungere gli altri che sembrano sempre più avanti di me. Posso stare qui a non fare niente e nessuno mi dirà che sono uno scansafatiche, un fannullone. Me ne sto qui a guardarti, a scorrere gli occhi sulle tue stelle e a meravigliarmi cento volte della luna.
Ma poi, pian piano, la notte comincia a svanire. Dalle montagne si leva una flebile luce e so già cosa sta per succedere. Fra poche ore ripartirà la corsa, e io resterò ancora indietro arrancando. Eppure, non mollo. Vado avanti, in qualche modo, e un modo per dare una svolta alla mia vita lo troverò, prima poi. E quando mi sentirò stanco, affranto, come in questo momento, saprò che la Notte mi sarà accanto, custodendo nel buio e nelle stelle tutti questi miei rumorosi pensieri.
Una bella scazzottata interiore quasi onirica! 🙂
Vedo che stai sperimentando anche tu: brava! (tu dai quadri, io dai brani – anticipazione)
A me è piaciuto. Ma con Vincent ti è piace vincere facile, vero? 😜
PS: ma oggi non doveva esserci un altro raccontino, il finale di stagione di “Rive”?
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Rive parte 3 doveva uscire la settimana scorsa ma non sono riuscita a finirlo bene quindi spero di pubblicarlo questa settimana, anche perchè è quasi finito. Per cominciare, su FB avevo fatto il sondaggio con due opere piuttosto famose e ha vinto Notte Stellata appunto. Per la prossima settimana ho in mente qualcosa di più particolare 😀
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Ah, sì: me n’ero scordato (mi pare anche di aver votato per VVG, ovviamente).
Per Rive, settimana scorsa sono stato preso dal Sabato del Villaggio, quindi mi son perso un’intera settimana, a quanto pare! 🤣
Comunque di nuovo complimenti: mi sta piacendo questa tua iniziativa e credo che man mano che avanzerai, saprai ancora stupirmi/ci! 🙂
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Grazie, davvero 🙂
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Mi sono commossa leggendo questi pensieri . Il tuo modo intimo di scrivere entra nell’anima
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Complimenti mi sono rivista in questi pensieri notturni . Emozionante
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