<- Parte 1
Tema: Torrente
Ecco qui la seconda parte del racconto Rive. Con questo racconto mi sono proprio fatta prendere la mano, infatti mi ha talmente ispirata che in settimana uscirà la terza parte conclusiva. Buona lettura.

Il tempo, in quella valle verde e lussureggiante, passava lentamente. Magda, accompagnata dalla madre gentile e il carretto sgangherato, ogni mattina andava sulle sponde del torrente torbido e ripido e, dopo aver riempito le sue piccole brocche, si sedeva sull’erba umida e chiacchierava con Astrid, intenta anche lei a riempire i suoi contenitori. Ormai andare a prendere l’acqua era diventata una scusa per passare il tempo con la sua nuova amica. Magda aveva cominciato anche ad avventurarsi nel bosco da sola nel pomeriggio, senza la madre a darle conforto con la mano, e tutto per poter giocare e parlare con Astrid, la quale era ben felice di evadere dalla realtà del suo piccolo paese per rifugiarsi nella natura.
Il sole si faceva più caldo ogni giorno di più, e pian piano la fresca primavera lasciò il posto alla raggiante estate e alle cicale che frinivano rumorosamente sui grandi alberi del bosco. Magda in futuro ricordò quel periodo come uno dei più belli di tutta la sua vita. Passava ore seduta sull’erba umidiccia, facendosi accarezzare il visino dai raggi del sole, senza nessun pensiero al mondo. Parlava con Astrid di qualsiasi cosa, da quello che aveva mangiato a pranzo ai racconti fantasiosi che si inventava appena prima di prendere sonno. Spesso le due bambine fingevano di essere vittime di un incantesimo che non voleva farle avvicinare e cercavano stratagemmi per riuscire ad attraversare il torbido torrente. Sebbene l’acqua scorresse meno rapidamente, per le due piccole restava comunque troppo profonda e i sassi in superficie decisamente scivolosi. Astrid, un giorno, provò a fabbricare una barchetta con le foglie per farla arrivare a Magda, ma non passarono che pochi secondi e quella che sembrava una imbarcazione con i fiocchi venne subito sospinta via dalla corrente. Astrid non parlava molto, il più delle volte si divertiva ad ascoltare Magda, giocherellando con i fili d’erba o i sassolini bianchi della sponda. L’estate passò così, piena di spiensieratezza e fantasia, Magda sentiva di avere un legame speciale con Astrid e non c’era giorno che le due non passassero insieme. Fino a che, quando le foglie degli alberi cominciarono a ingiallirsi, qualcosa cambiò.
Magda, come ogni mattina, era andata al torrente ad aiutare la mamma trotterellando e pronta a cominciare quella giornata chiacchierando con Astrid. Ma, una volta arrivata alla sponda, non vide nessuno dall’altra parte. Era capitato ancora che l’amica ritardasse per via di qualche imprevisto, eppure sentiva che quella volta era diverso. Quando una delle due era malata ci pensava la madre della malcapitata ad avvisare l’amica, per non farla preoccupare. Forse anche la sua mamma era in ritardo, si domandò. Con questi pensieri nella testa, Magda cominciò a riempire le sue piccole brocche, l’acqua limpida che le bagnava le mani. Poi, ad un tratto, sentì una voce adulta provenire dall’altra parte del torrente, e il suo animo si rincuorò. Salutò con la mano la madre di Astrid, tirando un sospiro di sollievo, salvo poi sentir tornare un macigno sul petto quando la donna urlò:
Astrid oggi comincia la scuola, ha detto che verrà qui dopo le lezioni.
Magda non poteva credere alle sue orecchie, com’era possibile che l’amica non glielo avesse detto prima? E poi, che cos’era la scuola? Con questi pensieri per la testa, Magda tornò a casa con la mamma, la quale le spiegò qualcosa sul fatto di imparare a leggere e scrivere e fare i conti con i numeri. Ma lei voleva saperne decisamente di più su questa fantomatica scuola. Il pomeriggio sembrò non arrivare mai, ma appena scoccate le tre Magda si diresse a passo spedito verso il torrente. Dall’altra parte non c’era ancora l’ombra di Astrid, così decise di sedersi lì e giocare a guardare le formiche che trasportavano cibo e superavano enormi ostacoli come un sasso o un rametto. Passò lì sulla riva un tempo che le sembrò interminabile fino a che, quando il sole pian piano stava scomparendo dietro gli alberi, sentì la voce allegra e familiare di Astrid chiamare il suo nome.
Ora era giunto il suo tempo di ascoltare le mille storie affascinanti di Astrid sulla scuola, sui compagni e sulle lettere che formavano le parole dei libri. Ogni giorno Magda aspettava il tramonto per sentire quei racconti affascinanti, cullata dalla brezza autunnale e dal danzare delle foglie al vento. Sarebbe andata anche lei a scuola? Fu la prima cosa che chiese alla madre dopo qualche settimana che sentiva Astrid entusiasta di imparare. Ora non vedeva spesso l’amica come un tempo e stava cominciando ad annoiarsi. Si sentiva pronta a vivere nuove avventure, e desiderava ardentemente imparare a leggere e scrivere come Astrid. I suoi genitori erano un po’ titubanti, la credevano ancora troppo piccola per quel mondo, ma lei insistette così tanto che alla fine accordarono di farla cominciare alle porte dell’inverno, anche se in ritardo. Suo padre si mise in contatto con la sorella, e lei riuscì a convincere la maestra del suo paese a prendere nella classe la piccola Magda. Al limite, se avesse riscontrato troppe difficoltà, sarebbe tornata l’anno seguente.
Magda era eccitatissima. Durante la settimana avrebbe alloggiato nella casa della zia, accogliente e decisamente vicina alla scuola, mentre nei fine settimana la sua famiglia l’avrebbe raggiunta con la scusa del mercato e avrebbero passato insieme il tempo. Quando comunicò ad Astrid di trasferirsi al paese, un freddo pomeriggio di ottobre, le due quasi si misero a piangere. Non si sarebbero più viste, ma Magda le promise di mandarle una lettera appena avesse imparato a scrivere e leggere. Il torrente divideva i loro piccoli corpi, e in quel momento le due amiche avrebbero tanto sognato di potersi abbracciare. Ma le acque erano torbide e ripide, i sassi scivolosi, gli animi spezzati. Quella sera ottennero il permesso di restare anche dopo cena, così passarono l’ultima notte a chiacchierare amabilmente sotto il chiarore delle stelle.
Magda, nonostante l’eccitazione di cominciare la scuola, in cuor suo desiderava che quella notte non passasse mai, che il tempo si fermasse per continuare a parlare con la sua amica. Astrid nascondeva a stento le lacrime, e un po’ sentiva pesare il senso di colpa di aver cominciato per prima la scuola. Le due restarono lì a giocare e chiacchierare fino a che la madre di Magda non fece capolino fra gli alberi, intimando la figlia di tornare a casa. Astrid urlò il suo indirizzo a Magda, la quale lo avrebbe memorizzato fino a che la mamma non lo avesse scritto su un pezzettino di carta. La mattina dopo sarebbe partita per il paese, ma un pezzo del cuore sarebbe per sempre rimasto in quel torrente, a ridere e scherzare con la sua amica Astrid. E, chissà, forse un giorno l’avrebbe rivista lì, dall’altra parte, a salutarla con la mano sorridendo, mentre il sole pian piano si nascondeva dietro le montagne e il vento.
Parte 3 ->
Brava! Aspetto la terza parte.
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Grazie mille 💜
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😘
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Brava polipetta! Aspetto la terza parte della storia! 🙂
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Grazie 💜
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😘
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Avvincente , attendo la terza parte !
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