Tema: Torrente
Siccome stava venedo fuori lunghissimo, ho deciso di dividere questo racconto in due parti. La seconda parte uscirà lunedì prossimo, in attesa di sapere come saranno strutturati i racconti di Giugno.

In una piccola casetta di montagna, immersa nel verde lussureggiante di Madre Natura, viveva una bambina di nome Magda. Le lunghe treccine color del grano incorniciavano un volto paffutello e roseo, delicato come un bocciolo di rosa. La piccola Magda amava passare le giornate correndo insieme a Hug, il grande cane pastore dal pelo lanoso e bianco, e vivere ogni giorno una nuova avventura. La tenuta di Magda consisteva in una casetta di legno, un grosso cane giocherellone, una cavalla maestosa dal pelo corvino, qualche gallina ruspante, capre, un orto con qualche verdura e un albero di mele rosse proprio lì accanto. Sua madre e suo padre erano piccoli allevatori di capre e riuscivano a vivere con i pochi soldi che guadagnavano dalla vendita di latte e formaggio. Ogni settimana Magda vedeva partire suo padre alla volta del villaggio più vicino, su uno sgangherato carretto di legno dove ogni due per tre la merce rischiava di cadere, sobbalzata dal terreno scosceso e dal passo decisamente poco gentile della impetuosa cavalla nera. Questo era il suo regno incantato e non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo.
Quando compì sei anni, un fresco giorno di primavera, fu svegliata da mamma e papà con un delizioso profumo di soffice torta di mele appena sfornata e una piccola bambola fatta a mano con vecchie stoffe da sua madre, che gliela porse piena di orgoglio. Magda era così felice che quasi le vennero le lacrime agli occhi, e abbracciò i genitori con una tale foga da farli barcollare per qualche secondo. Ma, le sorprese non erano ancora finite. Ora che stava diventando grande, mamma e papà avevano un compito importante da assegnarle: aiutarli a prendere l’acqua al torrente al di là del bosco. Magda non aveva il permesso di spingersi al di là dei pini, era troppo pericoloso per lei attraversare quel sentiero scosceso. Non solo da quel giorno poteva aiutare i genitori con l’acqua, ma aveva l’occasione di esplorare luoghi mai visti prima!
Da qualche giorno, ormai, Magda accompagnava tutte le mattine la mamma a prendere l’acqua al torrente, aiutando a spingere il carretto sgangherato pieno di brocche di varie dimensioni che tintinnavano a ogni passo. Una volta arrivate lì la madre prendeva una brocca grande e, accucciata sull’erba fresca, la riempiva lasciando fluire l’acqua all’interno dell’apertura, per poi richiuderla con un tappo di legno una volta piena. Magda seguiva meticolosamente ogni sua mossa e, dopo pochi giorni, era in grado di riempire alla perfezione le brocche più piccole. Ma, un giorno, accadde qualcosa di speciale.
Magda era, come sempre, intenta a raccogliere l’acqua dell’impetuoso torrente quando, al di là della sponda, vide un’altra bambina. Non doveva essere tanto più grande di lei, i lunghi capelli castani le coprivano il viso. Magda la vide accucciarsi sull’erba e raccogliere l’acqua, proprio come facevano lei e sua madre. Restò a fissarla per qualche secondo, non aveva mai visto altri bambini. Certo, sapeva che al villaggio ne vivevano a frotte, ma non aveva mai accompagnato suo padre durante il viaggio settimanale. Era così distante che l’uomo era costretto a stare lì una notte da sua sorella, la quale aveva una casetta insieme al marito.
Magda rimase imbambolata a osservare la bambina al di là del torbido torrente, fino a che lei non alzò lo sguardo. Gli occhi delle due si incrociarono, incredule. Magda porse distrattamente la brocca piena alla mamma, per poi alzare timidamente la manina in segno di saluto. Dall’altra parte, la bambina ricambiò agitando vorticosamente la mano. Nessuna delle due parlava, quell’esperienza le aveva lasciate stranite e curiose. La madre di Magda vide quella tenera scena con un sorriso dolce e sincero e chiese alla figlia se volesse restare lì un po’ di più. L’avrebbe lasciata tornare a casa da sola, a patto che stesse attenta e non attraversasse per nessun motivo le acque del torrente, troppo impetuose per essere in alcun modo oltrepassate. Magda non si fece scappare l’occasione e, abbracciando la mamma, promise di stare attenta e di tornare per l’ora di pranzo.
Magda restò immobile per qualche secondo, continuando a fissare negli occhi l’altra bambina. Un moto di coraggio le attraversò il cuore e, presa dall’entusiasmo, raccolse tutta l’aria nei suoi piccoli polmoni per poi urlare a squarciagola:
Io mi chiamo Magda!
L’altra bambina doveva essere riuscita a sentirla perché cominciò ad agitare le braccia allegramente per poi rispondere a tono:
Io sono Astrid!
Le due risero, felici di essersi conosciute in quella circostanza tanto stramba. Continuarono a farsi domande su domande, abbassando e alzando il tono per capire quanto la voce poteva arrivare lontano. Magda scoprì che Astrid aveva un anno più di lei, e che viveva in piccolo complesso di case appena al di là della collina. Piccolo, in effetti, era un eufemismo, forse ci stavano dieci case in croce e nemmeno un pozzo, ma tutto sommato le piaceva. Però, raccontava alla piccola Magda, poco distante da loro c’era un villaggio vero e proprio, con tanto di pozzo e persino una chiesa. Tutti nel suo minuscolo quartiere andavano a prendere l’acqua lì, nella piazza del villaggio, ma lei amava la freschezza di quel torrente così riusciva a procurarsi una piccola brocca da riempire e portare a casa piena di acqua fresca di montagna.
Magda era rapita dalle parole di Astrid, non sapeva nemmeno com’era fatta una piazza o una chiesa, figurarsi immaginare di prendere l’acqua in quello strano modo. Le racconto della sua casetta e dei suoi animali, soprattutto di Hug e del suo pelo sempre macchiato di terra. Ancora non lo sapevano, ma quel giorno fu il primo di tanti altri, fatti di giochi e risate. Il torrente che le avrebbe dovute dividere, in realtà sembrava avvicinarle ogni giorno di più. E la loro storia era appena cominciata.
Fine parte 1 Parte 2 ->
Aspetto lunedì per il seguito!
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Grazie mille, davvero ❤
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❤
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🙂
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