Parole: Ermetico – Orologio – Omicidio – Filologia – Antibatterico – Ermafrodita – Meridiana – Clessidra – Conchiglia – Alchimista
Premessa: Questo è il racconto che ha ispirato la storia L’Alchimista, il quale aveva come tema “omicidio”. L’ho scritto un anno fa con le parole qui sopra, scelte dagli utenti di una mia vecchia pagina. Alla fine, ho trovato il coraggio di pubblicarlo. Spero vi piaccia, fu una bella sfida.

Sto finalmente per risolvere il caso. Io, Harry Gyler, investigatore da ormai troppi anni per contarli, sto per giungere alla fine di questa immensa tragedia. Il sudore gronda e mi inzuppa la camicia. Sono anni che stiamo dietro a questo assassino, l’Alchimista. Così l’ho chiamato, perché sembra avere un piano ben preciso nell’uccidere le sue vittime, incidendo sul loro corpo un simbolo alchemico, con un significato ben preciso. Prima una prostituta con Venere che gli attraversava il bacino, uccisa da un veleno potentissimo, un misto di cianuro e altre erbe che pensavo esistessero solo nei film fantasy, come la Belladonna. Poi è stata la volta di un ricco imprenditore, morto per uno strano unguento che aveva spalmato, chi lo avrebbe mai immaginato, dietro le orecchie, e un sole gli scorticava la nuca. Dopo questi omicidi ne sono susseguiti altri, operai, una cantante allo sbaraglio, e persino un ermafrodita che viveva isolato in un paesino, i simboli del maschile e del femminile intrecciati e marchiati sulle sue cosce.
L’Alchimista ha continuato a fare vittime per tutto lo stato, lasciando sempre traccia di sé, come fosse tutto parte di un rituale. Ma adesso sto per arrivare alla conclusione, sto finalmente per chiudere tutto questa tragedia. Appena sono stato convocato dalla polizia, mi sono messo subito a cercare informazioni, come un filologo in costante ricerca di manoscritti da studiare. E infatti è proprio questo che feci. Visitai le librerie più antiche, in cerca di saggi, manoscritti, qualunque cosa riguardasse l’alchimia. Ogni volta scoprivo qualcosa di nuovo, mi ci stavo quasi appassionando. Dalle mie ricerche venne fuori che questo pazzo omicida potesse avere un piano, e un foglio contenuto dentro uno scrigno me lo confermò. Lo trovai per caso in una libreria dell’Oregon, impolverato in un angolo. Sopra aveva incisa una specie di conchiglia, e sembrava chiuso ermeticamente. Feci una gran fatica ad aprirlo, mi aiutai con un coltello. Dentro vi trovai un’antica pergamena, su cui era disegnato quello che ormai avevo capito essere un cerchio alchemico. Punti ben precisi, simboli uguali a quelli che avevano quei cadaveri. E una meridiana disegnata, come a ricordare che il tempo era fondamentale. Tornai nel mio studio, a New York, e mi misi a tracciare sulla mappa quel groviglio di simboli, in base ai già omicidi che aveva compiuto questo pazzo fanatico. Erano tutti stati commessi a 40 giorni di distanza, ma a ore diverse, e in un ordine preciso seguendo quel foglio.
Appena arrivai a questa conclusione mi sentii sollevato, potevo salvare delle vite. Riuscii a prevedere quali sarebbero stati gli altri massacri, o quantomeno sapere più o meno dove. Ma ogni volta che io e la polizia arrivavamo sul posto, era sempre troppo tardi. Sentivo il peso del tempo sulle mie spalle, come se fossi dentro una clessidra e la sabbia mi stesse piano piano soffocando. Ma ora… ora sono sicuro di farcela. Sto decifrando l’ultimo luogo, l’ultimo simbolo, e sono davvero in ansia. Continuo a passarmi le mani con l’antibatterico, quando sono stressato lo faccio sempre, quell’odore di medicina riesce a calmare i miei nervi. Le mie mani sono sudate, rovinate, cerco di fare il più in fretta possibile. Sono a New York adesso, sto guardando la mia mappa. È una notte strana, buia, non c’è la luna ad illuminare il cielo. Guardo insistentemente l’orologio… devo farcela questa volta, sono sicuro che colpirà in città, ma dove? Devo fare delle misurazioni millimetriche per scoprirlo, e il tempo sta per scadere. Il simbolo è quello del serpente che si morde la coda, che sta per un ciclo che si chiude. È la mia ultima possibilità, troppe persone sono morte per la mia negligenza, per la mia poca perspicacia. Faccio i calcoli, e… come? Qui? In questo palazzo? Dannazione! Che ore sono? Faccio ancora in tempo prima della mezzanotte! Devo solo correre e chiamare la polizia, devo… Mi sento male, le mie gambe sono pesanti, i miei occhi si chiudono… Che cos’è questo odore nauseante? Mi giro… Oh no, la finestra delle scale antincendio è aperta. La devo chiudere, devo uscire da qui. La porta è bloccata e io non sto più in piedi. Mi manca l’aria, il cuore sembra impazzire. Vedo tutto sfocato, quella cosa alla finestra cos’è? Si muove… sono io la vittima.
Una figura incappucciata si avvicina al corpo morente di Harry, un ghigno gli attraversa la faccia. Lo guarda morire, con soddisfazione. Era sempre riuscito a non farsi prendere, aveva fatto tutto con precisione maniacale. Quando lo vide esalare l’ultimo respiro, L’Alchimista tirò fuori il suo pugnale e, con delicatezza crudele, incise sulla fronte della vittima il serpente che si morde la coda.
Ora il ciclo è chiuso, il mio lavoro è concluso. Ora spetta a Lui.
“Il simbolo è quello del serpente che si morde la coda, che sta per un ciclo che si chiude.” 😍
Direi che è ben fatto, però ho preferito l’altra versione: più suspense.
O forse è solo perché sapevo già come andava a finire? Boh, forse è anche quello…
Comunque molto bello!
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Eh sì può essere anche quello. Un anno fa era piaciuto per quello in effetti. Ecco, diciamo che ho voluto cambiare punto di vista con l’altro 😁
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Oppure ti sei evoluta come scrittrice e hai messo giù qualcosa di più elaborato. Poi magari son solo gusti personali, ci mancherebbe.
Però è bello raccontare la stessa storia da diverse angolazioni (e come sai l’ho fatto); probabilmente con un giallo o un thriller non ha la stessa resa le volte successive.
In sintesi: abbiamo imparato qualcosa anche oggi! 😜
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