Ero una adolescente quando, durante le brevi pause scolastiche, immergevo il naso nelle pagine di Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Tutto in quel libro mi affascinava, a partire proprio dal ricco protagonista e la sua incolmabile solitudine.

Francis Scott Fitzgerald è stato uno scrittore vissuto negli anni ’20. Era uno maggiori esponenti dell’età del jazz e questo suo romanzo è stato definito da T.S. Eliot, famoso poeta americano, il primo passo avanti del romanzo americano dopo Henry James. I valori dell’alta società americana vengono smantellati e analizzati pezzettino dopo pezzettino, facendo emergere una profonda solitudine e un’ipocrisia silenziosa.
Quando scelgo un libro non sto mai tanto a guardare a quale genere appartenga, per cui non sapevo molto sul romanzo americano se non le infarinature date durante le lezioni di inglese. Lo comprai così, senza pensarci troppo. Ma durante quelle ore passate a leggere e sfogliare le pagine me ne sono innamorata. I personaggi sono così ben scritti che sembrano uscire dal romanzo e vivere di fronte ai nostri occhi.
Gatsby incarna perfettamente la figura dell’eroe romantico. Bello, ricco e misterioso, l’uomo si nasconde dentro la sua villa sfarzosa e dentro sé stesso. Vive costantemente nel passato e tutto quello che fa è in funzione della sua amata Daisy, sua ex fidanzata ora sposata con Tom, un famoso giocatore di polo di Chicago. Ha comprato la proprietà davanti alla casa di vacanza della donna e ogni sera guarda in lontananza la luce verde del faro vicino a lei, quasi come se potesse toccarla.
Grazie a Nick, il narratore della storia, riuscirà a ricongiungersi con l’amata e la speranza di riconquistarla e scappare con lei si fa sempre più sicura. Ma, man mano che si snoderanno le vicende, tutte le sue speranze risulteranno vane. Nonostante Daisy sia sposata con un uomo che la tradisce con la moglie del meccanico, non vuole abbandonare quella vita matrimoniale, non si sa di preciso se effettivamente per amore verso Tom o per salvare la faccia in società.

Gatsby è decisamente un cuore puro rispetto a Daisy e Tom, nonostante abbia ottenuto i suoi soldi con traffici illegali. Ama fin nel profondo la donna e non concepisce come lei si arrenda al volere del marito senza dare ascolto al suo cuore. In più, per tutto quel tempo ha organizzato feste sfarzose nella speranza di vederla a una di esse, invitando persone che nemmeno conosceva e a cui non importava nulla di lui. Tutti parlavano delle feste di Gatsby ma nessuno poteva dire di conoscerlo veramente.
L’unico a cui Gatsby ha aperto il cuore è stato Nick, suo vicino di casa, forse l’unica persona in quella società a essere rimasta con saldi principi morali e un po’ di umanità. Media gli incontri con Daisy (sua seconda cugina) e Gatsby, e sebbene questi probabilmente lo ha solo usato per arrivare alla donna, Nick prova per lui una sincera amicizia.
Gatsby è un uomo tremendamente solo, senza persone sincere al suo fianco. E come poteva averle, se persino lui mentiva sulla sua identità nella speranza di diventare qualcosa di diverso? Infatti, al suo funerale, nessuno si è presentato oltre a Nick.
Daisy non gli ha inviato nemmeno un fiore, ma lei e Tom si sono limitati a fuggire non si sa dove. E questo nonostante i due siano i responsabili della sua morte: lei perché guidava l’auto di Gatsby che ha investito la moglie del meccanico, lui per aver detto all’uomo il nome di Gatsby assassino. Nick invano dice al pastore di aspettare, che qualcuno arriverà ad assistere al funerale ma, invece, non arriva nessuno.
Il Grande Gatsby è una storia sincera Scritta a cuore aperto, racconta quel mondo fatto di luccichii e buone maniere dell’alta società americana degli anni ’20, riuscendo a scovarne tutto il marcio che si cela sotto quella superfice scintillante. E ci ricorda che non serve a niente vivere nel passato e mentire a sé stessi pur di salvare la reputazione. Altrimenti, in questo mondo fatto di maschere, non potremo fare a meno di sentirci sempre soli.

L’avrei anche potuto leggere, nonostante abbia visto il film (senza ricordare molto, tra l’altro), ma hai spoilerato il finale 🤣🤣🤣
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Ho dato per scontato fosse un classico 😱😱 leggilo comunque, non è niente rispetto a quello che ho scritto io, è un gran bel libro (niente a che vedere con il film)
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Ok, metto in lista: per quando lo leggerò mi sarò dimenticato tutto 😜
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