Sono sempre stata appassionata di cartoni animati giapponesi. Durante gli anni dell’adolescenza ne ho divorati molteplici. Ma questo mi è rimasto così impresso nel cuore da lasciarmi ancora il magone.

Bugie d’Aprile (Shigatsu wa kimi no uso) è un manga iniziato nel 2011 e da cui poi, nel 2014, è stata tratta una serie Anime. Il genere è quello prevalentemente scolastico/romantico ma presenta scene fortemente drammatiche e introspettive. Inoltre, tutta la sua storia ruota intorno alla musica e a cosa essa scatena nell’animo umano.
Kosei Arima era un piccolo musicista di grande fama e talento, vincitore di numerosi concorsi di pianoforte. Quando si sedeva davanti al piano e cominciava a suonare riusciva a sbalordire il pubblico. Le sue enormi capacità erano frutto, però, di un allenamento estenuante. Sua madre gli faceva da insegnate e aveva un approccio verso il figlio decisamente rigido e, a volte, violento. Era però molto malata e Kosei, per questo, sottostava a ogni suo ordine, allenandosi fino allo stremo per essere il migliore.
Alla morte della madre tutto il suo mondo si stravolse. Stanco e non più sicuro delle sue capacità, da quel giorno il ragazzo non riesce più a sentire la musica, nonostante il suo udito funzioni benissimo. Tutto precipita, davanti ai tasti si blocca e gli sembra di cadere in un mondo silenzioso e privo di colori. Così decide di ritirarsi dalle scene.

Kosei passa la sua adolescenza in compagnia di Tsubaki e Watari, una ragazza e un ragazzo amici suoi fin dall’infanzia. Ma, in un giorno inaspettato, Kosei si ritrova ad ascoltare in un parco la bella Kaori Miyazono suonare una Melodica, immersa nei rosei e leggiadri petali di ciliegio. Da quel giorno Kosei comincia a vedere la ragazza, che scopre essere una violinista straordinaria.
Kaori tornerà a fargli amare di nuovo la musica. Lo spronerà a lasciarsi andare a essa, senza il rigore a cui la madre lo aveva abituato per tutti quegli anni. Fra i due, però, si insinuerà una bugia silenziosa che verrà rivelata solo alla fine. Kosei lotterà più volte con il suo passato tormentato e sarà difficile lasciarselo alle spalle.
Il modo in cui è trattato il tema musicale è affascinante. Le sequenze in cui vengono suonati tutti i più bei brani di musica classica sono di una potenza visiva e uditiva disarmante. Ho sempre amato questo genere di musica, così espressiva e potente da non aver bisogno nemmeno delle parole.

Bugie d’Aprile racconta la musica anche come tormento, soprattutto se come il protagonista si è inseriti in un ambiente estremamente competitivo. Kaori riesce a fargli capire che la musica è prima di ogni cosa amore e libertà, non solo rigore e perfezione. Quando suona si lascia andare completamente a lei, si toglie le scarpe e scioglie i capelli. E questo il pubblico lo nota e ne resta estasiato.
Al contrario, Kosei sembra sempre aver vissuto la musica come un qualcosa in cui eccellere a ogni costo, tutto per compiacere la sua madre malata. Mai una soddisfazione, abituato fin da piccolo a correggere tutto in una maniera maniacale perché non si sentiva all’altezza, mai abbastanza bravo. Doveva essere perfetto. E quando sua madre non c’è più lui non riesce a sentire i suoni, forse perché nessuno gli ha mai insegnato ad ascoltarli veramente.
Di brano in brano, accompagnato dalla meravigliosa Kaori, Kosei si lascerà finalmente andare alla musica, abbandonandosi a lei come un marinaio ammaliato da una sirena. Le canzoni scelte per raccontare questa storia sono tra le più belle di tutto il repertorio classico e riuscivo a stento a trattenere le lacrime ogni volta che le sentivo.
L’Anime Bugie d’Aprile è disponibile su Netflix e io vi invito a dargli una possibilità. È presente solo la lingua giapponese ma ci sono i sottotitoli in italiano (ormai gli Anime doppiato faccio fatica a seguirli). Lasciatevi trasportare da questa storia romantica e appassionante, danzando fra le dolci note della musica. Perché che cos’è la musica se non amore e libertà?
