Andurin ha deciso, non avrebbe sacrificato la vita di una ragazza innocente per spezzare la maledizione. Forse non è ancora troppo tardi per provare un’altra strada, magari la sua famiglia non lo avrebbe dimenticato… o almeno questa è la speranza a cui si aggrappa. Appoggiato con le spalle al muro della casetta della chiromante, aspetta Herry lasciandosi accarezzare dalla brezza marina, lo sguardo perso in quel paesaggio meraviglioso.
Passa qualche minuto e poi, perso nei suoi pensieri, Andurin sente la porta cigolare, e la figura del giovane fare capolino dall’uscio, un piccolo rotolo di pergamena stretto nella mano destra.
«Andurin, grazie per avermi aspettato vecchio mio. Dunque, ho parlato con la meravigliosa e sensuale chiromante… così bella da mozzare il fiato. Comunque, le ho chiesto cosa poter fare per essere un prode avventuriero, e lei con voce melliflua ha detto di esserti compagno e aiutarti in questa tua impresa! Sempre che tu sia d’accordo…» Herry guarda l’uomo con occhi imploranti, come un bambino in procinto di chiedere un dono alla madre. Andurin non riesce a trattenere un sorriso, quel giovanotto aveva decisamente conquistato la sua fiducia e, forse, anche il suo animo. Annuisce leggermente e quasi il ragazzo non gli si butta in braccio dall’emozione. Ma, tutto d’un tratto, il suo sguardo si rabbuia, il sorriso sparisce dal suo volto perfetto, senza l’ombra di una ruga.
«La chiromante ha visto che hai scelto la strada della bussola. Secondo lei forse non è stata la scelta più saggia, la maledizione non si spezzerà ma che, in ogni caso, hai fatto la tua scelta e comprende perché. Ha disegnato qualcosa su questa pergamena e me l’ha data». Herry porge il piccolo rotolo nella grande mano di Andurin, il quale non perde tempo a srotolarla. Sopra è disegnata una piccola isola, decorata da tre alberi, le fronde ampie e lussureggianti, e un masso a forma di stella nella parte est.
Andurin osserva attentamente quell’immagine, scavando nella mente alla ricerca di qualche sprazzo di memoria. Quando, in un colpo, una breve immagine attraversa i suoi pensieri.
«Ricordo questa isoletta, si trova in un qualche punto a Ovest, in mezzo al mare di Gyron appunto. Mi pare di averla intravista in una carta nautica qualche anno fa, a causa di una missione per conto del mio sovrano, giù nel grande Sud esotico. Non so le coordinate precise, so che si trova lì da qualche parte, se la vedessi la riconoscerei di sicuro. Quel mare ha diverse isole sparpagliate sulle sue onde, alcune così piccole da essere costretti a strizzare l’occhio per vederle, e questa sembra proprio una di quelle».
Ora si sente sicuro, e anche Herry torna a sorridere entusiasta di quella nuova avventura. Si dirigono al porto di Searly in tutta fretta, chiedendo a qualche marinaio del posto se qualcuno fosse diretto verso il porto di Gyron, la grande città portuale ai confini con le terre esotiche del Sud. Con i soldi di Herry avrebbero potuto comprare una piccola imbarcazione, ma nessuno dei due aveva mai imparato ad andare per mare. Dopo qualche ricerca trovano un brigantino commerciale disposto a condurli alla meta in cambio di qualche soldo. Senza indugi, i due avventurieri cominciano il loro viaggio verso i caldi e instabili mari del Sud.
Fu un viaggio tutto sommato piacevole, durato appena due giorni. Nessun mal di mare, nessun problema, solo il crepitio delle assi sferzate dalle onde. Andurin respirava a pieni polmoni quel vento carico di salsedine, donandogli una sensazione di pace dimenticata da tempo. Il sapore del viaggio inebriava le sue papille, come una bevanda fresca dopo un lungo cammino sfiancante. Sentiva le membra rinvigorirsi sotto i raggi caldi del sole, i muscoli fremere sotto la pelle. Herry quasi non riusciva a stare fermo. Era la sua prima esperienza a bordo di una nave e rimase impressionato dal lavoro dei marinai intenti a issare vele, arrampicarsi sull’albero maestro o canticchiare allegre canzoni scabrose e piene di parole sgrammaticate. Le stelle poi sembravano avere tutto un altro aspetto viste così, con il suono del mare nelle orecchie.
Ora, arrivati all’immenso porto di Gyron, sentono fremere intorno l’aria frizzante ed elettrica del commercio. Orde di uomini affollavano vari moli, trasportando qua e là casse piene di qualsivoglia merce, cibo o suppellettili di valore. Restano affascinati da cotanta efficienza, quel porto era decisamente diverso dalla tranquilla cittadina di Searly. Andurin si siede su un barile lì vicino, Herry lo segue, appoggiato su una cassa vicino, pronto a sentire gli ordini del suo mentore come un servo, lui che fino a un mese prima era un ricco signore.
«Ecco cosa faremo ora Herry. Dividiamoci e cerchiamo in questo immenso porto qualcuno che si diriga a Sud-Ovest, verso la città esotica di Jeryl. È lì che sono andato anni fa e per quella via potrei ricordare la strada. Tendi le orecchie, ascolta qualsiasi cosa e chiedi informazioni. Ci ritroviamo in questo punto preciso fra un paio d’ore, tieni d’occhio il sole. Hai capito tutto?»
«Sì, vecchio mio. Non ti deluderò».
I due partono alla ricerca di informazioni, di un modo per salire su una nave diretta verso quell’isola misteriosa. La ricerca prosegue frettolosamente, Andurin non sta nella pelle e sente l’adrenalina scorrergli nelle vene. Ma il tempo passa e ancora non è riuscito a trovare niente di nuovo. Fino a che, improvvisamente, percepisce una voce squillante e agitata in mezzo a tutto quel trambusto. Un marinaio sta parlando ad alta voce con un suo compare, lamentandosi di doversi imbarcare in una nave commerciale per Jeryl al tramonto, con un carico di sete e tappeti preziosi dentro a delle enormi casse. Masticando una foglia di tabacco, si dirige poco dopo verso un’imbarcazione maestosa, gremita di marinai intenti a lavorare di buona lena. Andurin, appostato lì vicino, nota alcuni uomini issare delle piccole barchette, delle scialuppe di salvataggio. Il piano gli balena alla mente in un lampo, senza neanche lasciargli il tempo di mettere ordine nei pensieri. Lui e Herry si sarebbero nascosti in una di quelle grandi casse, per poi sgattaiolare subito fuori e confondersi fra l’equipaggio. Poi, una volta individuata l’isola in lontananza, si sarebbero impossessati di una scialuppa e lì, remando, avrebbero raggiunto quella piccola oasi e, finalmente, stretto fra le mani quella preziosa bussola. Un piano ingegnoso, degno di un grande avventuriero come lui. Cammina orgogliosamente per il porto, sicuro di aver avuto veramente una trovata geniale. Arrivato al luogo stabilito vede Herry già lì, i piedi che non smettono di muoversi dall’emozione. Tutto contento cinge le sue imponenti spalle con il braccio mingherlino.
«Vecchio mio, ho trovato un modo sicuro per arrivare alla bussola!»
«Anche io ho trovato un piano giovanotto ma, prego, illustra pure».
Herry lo guarda fisso negli occhi, lo sguardo luccicante e pieno di speranze.
«Dunque, stavo passeggiando qui intorno quando, vicino a una taverna, ho sentito un uomo parlare della bussola con alcuni suoi uomini. Stavano reclutando persone per partire alla ricerca di questo oggetto magico. Così mi sono avvicinato e ho scoperto che costoro non sapevano dove si trovasse e quindi ho pensato di parlargli. Ho scoperto che quest’uomo è il Capitano Lone Shanty, avventuriero marittimo conosciuto e rispettato in tutti i mari dell’Ovest e possessore di un galeone imponente dalla polena maestosa e colorata. Forse lo avrai già sentito…»
Andurin rimette in ordine i tasselli della mente, le dita fra i capelli argentei
«Sì, credo di averlo sentito in qualche mio viaggio, ma non l’ho mai conosciuto, io e la gente di mare abbiamo poco a che fare. Va avanti ragazzo».
«Dunque, sono andato da lui e gli ho detto che sappiamo come arrivare all’isola o almeno… che potresti riconoscerla su una carta nautica. Il Capitano Lone era così su di giri da averci proposto di partire con lui alla ricerca della bussola, garantendoci tutte le comodità e cibo in abbondanza».
Andurin percepisce una nota di esitazione nelle parole del giovane.
«Sento incombere un “ma” su queste tue entusiasmanti informazioni».
«Hai ragione. Il Capitano ha messo una sola condizione: vuole il primo utilizzo della bussola, anche lui sta cercando una cosa molto importante ma giura che poi sarà in tuo possesso una volta raggiunto il suo obiettivo, a lui non interessa possedere questo tesoro».
Andurin sulle prime comincia a innervosirsi, le parole stanno per uscire dalla sua bocca taglienti come una spada affilata.
«Sei uno stolto Herry! Come ti viene in mente di rivelare simili informazioni a un uomo che nemmeno conosci! Potrebbe ingannarci, potrebbe ucciderci nel sonno una volta trovata l’isola potrebbe…» il suo flusso rabbioso viene fermato dalla voce squillante del ragazzo.
«È un uomo per bene Andurin, non è un pirata assetato di sangue. Lo hai detto prima, anche tu sei a conoscenza della sua fama impeccabile. Perché, tu che alternative hai?»
Andurin spiega orgogliosamente il piano architettato poco prima, ai suoi occhi privo di difetti.
«Ammetto che potrebbe pure funzionare vecchio mio ma… sei sicuro che riusciremo a navigare queste acque tormentate e pericolose a bordo di una semplice scialuppa?»
L’uomo soppesa attentamente le parole del giovane. Il mare di Gyron è pieno di pericolose creature marine, e violenti tempeste sono sempre in agguato nelle buie notti. Una grande nave mercantile o un galeone, con un buon capitano, sono in grado di arginare la maggior parte dei problemi, ma una semplice scialuppa… ma lui è un avventuriero forte e valoroso, ha già vissuto sulla sua pelle qualche tempesta e affrontato mostri di ogni sorta. Mentre si arrovella su queste questioni, la voce di Herry gli arriva alle orecchie, seria come non l’aveva mai sentita:
«Se avessimo abbastanza soldi compreremmo un galeone con tanto di equipaggio ma, ahimè, il mio sacchetto comincia a essere vuoto, abbiamo speso la maggior parte del denaro a Searly e per pagare il viaggio fino a qui, visto che a piedi ci avremmo messo troppo tempo. Ho lasciato a terra il mio povero cavallo e non abbiamo portato molti armamenti. Ci è rimasta la tua spada e il mio pugnale. Io non dubito delle tue capacità Andurin, so che con la spada che ti porti sempre appresso hai affrontato mille pericoli, solo che credo non sia da escludere la possibilità di avere un Capitano come Lone al nostro fianco, un navigatore capace che sa come domare i venti e trovare il percorso più sicuro. Ti chiedo solo di pensare seriamente anche a questa eventualità. In ogni caso la scelta spetta a te e io ti seguirò qualunque cosa deciderai».
Andurin non aveva pensato a tutte queste variabili, in un moto di rabbia aveva pensato alla sua famiglia, al tempo perduto, alla maledizione che gli rode dentro ogni minuto. Certo, il Capitano Lone è un uomo capace, e li avrebbe portati salvi alla bussola, ma può fidarsi di lui, gli conviene veramente accettare il compromesso e lasciare a lui il primo utilizzo? Certamente si sente pronto ad affrontare i pericoli del mare, anche da solo a bordo di una barchetta pur di avere quell’oggetto magico, essendo quella la strada più veloce per arrivare a casa. Qual è la scelta migliore?
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Povero Andurin: questo Herry è un po’ troppo chiacchierone per i miei gusti! 😛
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Hahaha è vero! È un giovane troppo entusiasta 😅
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Beata gioventù! 😀
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