Mentre bazzicavo fra gli scaffali della libreria della mia città, il mio sguardo si posò su un libro dalla copertina rossa. Lo presi in mano, avevo già sentito parlare de La Storia Infinita, ma a stento avevo visto il film. Diretta alla cassa, con il romanzo stretto fra le mani, mai avrei immaginato che avventura avrei intrapreso di lì a poco.

Michael Ende ha pubblicato il romanzo nel 1979. Mentre cercavo informazioni sullo scrittore, mi ricordai di un’altra sua storia, Momo, letta al tempo delle elementari e mai dimenticata. Quella bambina vestita di stracci è stata una delle compagne di giochi spensierati, con il suo vestito cencioso e la capigliatura spettinata. Ecco cos’era quella sensazione che provavo mentre sfogliavo le pagine, di casa, di affetto, di un’epoca in cui tutto sembrava cosparso di magia.
La storia e i personaggi mi sono rimasti nel cuore. Mi sono avventurata insieme ad Atreiu e Bastiano nella loro missione per salvare Fàntasia, e a trovare un nome all’Infanta Imperatrice.
Il viaggio sembrava non finire mai. Ogni volta che voltavo pagina succedeva qualcosa di nuovo: Meravigliosi paesaggi, pericoli e strani personaggi, come l’imponente drago della fortuna Fùcur. Quanto avrei voluto appoggiarmi sulla sua schiena e volare libera fra i cieli. Mi sembrava di essere lì con il piccolo Atreiu, fra il candido manto caldo di quella creatura.
Le mie lacrime scorrevano copiose quando, giunti alle Paludi della Tristezza, Artax si lascia morire, in preda a pensieri così sconfortanti che mi sembrava di sentirli trafiggere il mio cuore, coltelli affilati e pericolosi.
La Storia Infinita è un grande romanzo di formazione. Atreiu mi ha insegnato il coraggio, Bastiano a credere di più in me stessa e nelle mie capacità. Come avrei voluto scoprirlo prima questo romanzo sorprendente, sarebbe stato un piccolo faro in mezzo all’adolescenza burrascosa a cui tutti andiamo incontro. Non riuscivo a staccare gli occhi dal libro, scorrevano veloci fra quelle lettere nere, la mente saltava da un mondo all’altro senza freni.
Arrivata alla fine non volevo finire il libro. Non volevo abbandonare quel mondo. Ormai i protagonisti erano diventati amici miei, e potevo fare affidamento su di loro nelle notti insonni. In cuor mio speravo che non finisse, che le pagine si creassero da sole come accadeva nel romanzo.
Invece, finì e per me fu un duro colpo. Una sensazione di malinconia pervase la mia anima. Le lacrime scorrevano sulle guance, il romanzo stretto al petto. È stato bellissimo, vivere questa avventura mi aveva aiutata molto, donandomi sensazioni e ricordi unici.
Grazie Michael Ende, le tue storie rimarranno per sempre impresse nella mia mente. Quando un giorno avrò il coraggio di sfogliare di nuovo quelle pagine, sarò felice di rivivere tutti quei bei momenti passati insieme ai tuoi personaggi. I quali, di certo, ora fanno parte di molti di noi amanti delle belle storie.

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